Nell’ambito della consulenza psicologica in ambito lavorativo, è fondamentale affrontare le sfide legate all’ingresso nel mondo professionale, in particolare per i neolaureati. Questo articolo esplora il caso di Paola (nome di fantasia) una giovane lavoratrice di 27 anni, laureata in ingegneria gestionale, che ha sperimentato un significativo stato di ansia nei primi giorni del suo apprendistato presso uno studio.
Contesto della Situazione
La giovane professionista si è trovata a dover affrontare un ambiente lavorativo nuovo e, di conseguenza, ha sviluppato un’ansia intensa e inusuale. La sua principale preoccupazione riguardava la paura di non essere all’altezza delle aspettative, in particolare rispetto a colleghe coetanee che avevano recentemente iniziato a lavorare nello stesso studio. Tale comparazione sociale ha alimentato una spirale di insicurezza, rendendo difficile per lei adattarsi al nuovo contesto.
In conseguenza di ciò, Paola ha cominciato a diminuire le occasioni di incontro e scambio con i colleghi, rischiando di apparire poco disponibile e sfuggente, senza che ci fosse un motivo apparente (o almeno dichiarabile).
L’Intervento
Durante le prime sessioni di consulenza, ci siamo focalizzati sulla soluzione immediata delle problematiche presentate dalla giovane. Questo approccio si è basato su tre fasi principali: identificazione del problema, sviluppo di strategie e attuazione di cambiamenti.
1. Identificazione del Problema
Abbiamo iniziato esplorando le specifiche situazioni che scatenavano l’ansia, consentendo alla cliente di esprimere liberamente le sue emozioni e preoccupazioni. Questo processo ha permesso di chiarire le fonti dell’ansia, evidenziando la percezione di inadeguatezza rispetto alle colleghe.
2. Sviluppo di Strategie
Successivamente, abbiamo lavorato insieme per sviluppare strategie pratiche e immediatamente applicabili. Tra queste, le ho suggerito di:
- Stabilire Obiettivi a Breve Termine: Focalizzarsi su piccoli traguardi quotidiani, piuttosto che su aspettative a lungo termine, per ridurre la pressione e facilitare l’adattamento. Per esempio, abbiamo chiesto a Paola di salutare tutte le persone che incontrava quando entrava in studio, a partire proprio dalle colleghe con cui si sentiva in ansia (motivo che l’aveva portata a chiudersi ed essere meno disponibile)
- Prescrizioni paradossali: Invece di introdurre brevi esercizi di rilassamento, come la respirazione profonda, abbiamo scelto di esporre Paola ad alcune tecniche paradossali come la “peggiore fantasia”, che avevano lo scopo di scaricare la risposta emotiva all’ansia e fare spazio a vissuti più sereni.
- Creare un Sistema di Supporto: Incoraggiarla a instaurare relazioni positive con le colleghe, promuovendo un ambiente di lavoro collaborativo e favorendo la condivisione di esperienze.
3. Attuazione di Cambiamenti
Infine, abbiamo concordato di monitorare e valutare l’efficacia delle strategie implementate. La giovane è stata incoraggiata a riflettere sui progressi ottenuti e a condividere i feedback con me durante le sessioni di consulenza. Questo processo di auto-riflessione ha contribuito a rafforzare la sua fiducia in se stessa.
Risultati e Conclusioni
Nel corso delle settimane, sono stati osservati progressi significativi. Paola ha iniziato a gestire l’ansia in modo più efficace, sviluppando una maggiore fiducia nelle proprie capacità. Le relazioni con le colleghe sono migliorate, contribuendo a un clima di lavoro più sereno e collaborativo.
Questo caso dimostra l’importanza di affrontare l’ansia legata all’ingresso nel mondo del lavoro attraverso un approccio strategico breve, che consente di focalizzarsi su soluzioni pratiche e immediatamente applicabili. La consulenza psicologica può fornire gli strumenti necessari per affrontare le emozioni e sviluppare una mentalità resiliente. È fondamentale che i giovani professionisti si sentano supportati in questo processo, poiché un adeguato sostegno può promuovere un adattamento positivo e sostenibile nel nuovo ambiente lavorativo.